cm. 18,5 x 12, pp. 204, brossura, in ottime condizioni.
Pierre Drieu La Rochelle appartiene alla grande generazione letteraria francese tra le due guerre. La sua opera, che affonda le radici nel decadentismo, ebbe momenti esaltanti paragonabili a quelli di un altro straordinario personaggio che animò la scena letteraria di quegli anni: Francis Scott Fitzgerald. Dopo alcuni anni di silenzio «il caso Drieu» si ripropone oggi come uno dei più provocanti aspetti del martirio dell’intelligenza europea di quegli anni: infatti egli si impadronì con un’esaltazione quasi masochistica di tutti i sintomi di quella grande crisi che tra le due guerre ha travolto l’occidente, cui Drieu cercò di opporsi col culto dell’azione e dell’ energia, assimilando di volta in volta ideologie e scelte politiche discutibili, ma pagando sempre di persona fino al suo drammatico suicidio nel 1945. Lo Stato civile è la sua prima opera. Scritto nel 1921, descrive l’infanzia dell’autore, i suoi primi traumi, la precoce vocazione al suicidio. Le tre parti, in cui è diviso, corrispondono all’infanzia in famiglia, agli anni in collegio, all’ingresso nel mondo. Ciascuna è impostata su un’idea centrale o tema prediletto: la paura e il coraggio, il sogno e l’azione, l’amore per la patria e l’ossessione ansiosa delle sue debolezze, il nazionalismo e la scoperta meravigliata di ciò che è straniero. Poche cose sull’amore non senza qualche tratto di sadismo, qualche pagina ironica sull’illusione dei sentimenti e l’esaltazione del la pubertà. Ma l’autore, dopo aver immaginato una possibile liberazione attraverso l’azione, scopre la drammatica antinomia, cioè il suo destino di essere prigioniero di un pensiero senza corpo.