cm. 19 x 12, pp. 446, copertina rigida, in ottime condizioni.
Pierre Eugène Drieu la Rochelle nasce a Parigi il 3 gennaio 1893 da genitori normanni. E, come egli stesso racconta, oggetto dell’amore e delle inquietudini di quattro persone. Drieu non si è mai consolato delle costrizioni della sua infanzia troppo saggia e troppo protetta. La vita sedentaria e solitaria, cui l’ha costretto una famiglia troppo prudente, sviluppa in lui l’immaginazione e la fantasia, e a otto anni questo romanziere in erba racconta a se stesso interminabili storie. Vent’anni più tardi, l’autore dello Stato civile rintraccia nell’educazione familiare i germi della sua innata disposizione al divorzio tra sogno e azione, che favorisce in lui lo sviluppo di un sentimento di inferiorità unito a una nera malinconia». Con questi Piccoli borghesi, scritto nel 1934, farà anche di più: ricostruirà con una perfezione disincantata, dove si equilibrano rancore e nostalgia, la storia della sua famiglia conformista, affettuosamente opprimente, sinceramente egoistica e, insomma, tipicamente borghese. Nella figura del protagonista, Camille Le Pes nel, ritroviamo il padre di Drieu. Quest’uomo viene a Parigi dal fondo della Normandia, fa un matrimonio di interesse e si mette negli affari; ma sebbene la fortuna in apparenza gli sorrida, tutto attorno a lui si trasforma in catastrofe, con un processo lento e quasi impercettibile, giacché le peggiori catastrofi sono quelle che arrivano piano piano. Camille è rimasto un provinciale sensuale, indolente, che si arrangia come può in mezzo a una razza più dura. La sua vita è un compromesso, una ricerca di alibi che giustifichino la sua inettitudine, una costante menzogna che avvelena la moglie Agnèse e i figli Yves e Geneviève. È arrivato a Parigi verso il 1890. Quando muore, nel 1930, ha ucciso tutti attorno a sé. Soltanto Geneviève riesce a sopravvivergli. La critica francese, anche la più recente, che ha accompagnato la ristampa del l’opera di Drieu voluta dall’editore Gallimard, riconosce in Piccoli borghesi il romanzo più coerente e più intenso di questo autore, forse la sua opera migliore.