cm. 24 x 17, pp. 210, brossura, in ottime condizioni.
Il numero 12/2014 di Limes è dedicato allo scontro ormai aperto tra Occidente e Russia sulle sorti dell’Ucraina e, più in generale, sul rispetto della “sfera di sicurezza” russa a est dei confini della Federazione.L’ampia prima parte, “Il fronte ucraino e quello globale”, analizza posizioni e percezioni dei principali attori, regionali e non, coinvolti a vario titolo nella partita geopolitica connessa al sanguinoso conflitto ucraino. Si segnalano qui, tra gli altri, gli articoli di Dario Fabbri (“Umiliare la Russia: l’ultima missione dell’anatra zoppa”), Dario Quintavalle (“Per scacciare i gattopardi mettiamo l’Ucraina sotto tutela”), Fyodor Lukyanov (“Ritorno alle origini della potenza russa”), Eva Knoll (“La Russia serve a Pechino per spodestare l’America”) e Virgilio Ilari (“La danza degli orsi”). In questa sezione, anche un lungo ritratto di Vladimir Putin a cura di Mauro De Bonis e Orietta Moscatelli.La seconda parte, “Il ‘fronte’ europeo: armiamoci e partite”, traccia un impietoso quadro della condotta scomposta tenuta dall’Unione Europea nella vicenda ucraina. Segnaliamo qui i contributi di Germano Dottori (“Jevromajdan, gli italiani preferiscono i russi”) e Hans Kudnani con James Rogers (“La Lega del Nord: il progetto di Londra che agita Berlino”).La terza parte, “Chi vince e chi perde nelle partite del gas”, si sofferma sui cruciali risvolti energetici della crisi, con particolare riferimento alla risorsa – il gas – su cui si fonda il legame energetico Russia-Ue. In questa sede si evidenziano i saggi di John C. Hulsman (“I sauditi puntano sul barile a saldo per tenersi stretti gli Usa”), Margherita Paolini (“Nella guerra del gas Mosca riparte da Ankara”) e Massimo Nicolazzi (“Petrostatus”).Chiudono il numero le carte storiche selezionate e commentate da Edoardo Boria. Limes, rivista italiana di geopolitica, diretta da Lucio Caracciolo, è stata fondata nel 1993 e si è ormai affermata come uno dei più influenti e autorevoli luoghi di riflessione geopolitica in Europa.A differenza di altre riviste di geopolitica, Limes si basa sull’incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista.Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L’essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili.L’uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.