cm. 24 x 17, pp. 192, brossura, in buone condizioni.
MODERNIZZAZIONE È IL TERMINE che qualifica il dibattito pubblico e gli orientamenti politici della Russia di Medvedev, all’esordio del secondo decennio del XXI secolo. Se era stato sovranità il lemma che aveva costituito il mainstream della presidenza Putin, oggi in Russia non si fa altro che discutere di modernizzazione. Putin era arrivato al potere con l’obiettivo di farla finita con gli anni Novanta, vale a dire con una Russia a rischio di disgregazione, governata da potentati economici, in preda al caos e con uno Stato che aveva abdicato a molte delle sue funzioni. Il ripristino del potere del Cremlino sull’intero territorio della Federazione e sugli apparati dello Stato – la «verticale del potere» – il ridimensionamento del ruolo degli oligarchi, il consolidamento dell’unità della Federazione Russa, il ristabilimento delle funzioni dello Stato sono stati tra i principali risultati raggiunti nel corso della presidenza Putin. A questi elementi occorre aggiungere una congiuntura favorevole, che ha visto crescere costantemente l’economia russa dal 1998 al 2008, grazie anche agli alti prezzi degli idrocarburi. Unità del paese e stabilità sono stati successi di Putin lasciati in dote al suo successore.