cm. 22 x 15, pp. 464, copertina rigida, sovraccoperta in acetato, scritta a penna alla sguardia, per il resto in condizioni molto buone.
L’opera di Antonio Labriola non ha trovato ancora una collocazione ben definita nella storia del pensiero socialista. A questa conclusione si arriva facilmente se si considera la sorte dei tentativi che si sono susseguiti nei sessant’anni che ci separano dalla sua morte; basti pensare ai due di maggior rilievo, cioè a quelli di Croce e di Gramsci, i più impegnati, teoricamente e politicamente, tra i suoi interpreti, sebbene orientati in senso opposto.