cm. 21,5 x 13,5, pp. 216, brossura, in buone condizioni.
Laing e Cooper costituiscono ormai dei punti di riferimento obbligati per chiunque voglia considerare la malattia mentale non come una semplice deviazione da escludere, ma piuttosto come una condizione da interpretare in termini esistenziali. Il modello esistenzialista rappresenta, infatti, per i due studiosi, una chiave di interpretazione che, se da una parte si presenta in ter mini suggestivi e accattivanti, dall’altra porta anche con sé una notevole carica di negazione delle istituzioni dominanti nelle civiltà del mondo occidentale.
Sulla base di questa premessa, si comprende bene l’importanza fondamentale, per il lettore italiano, di prendere visione della maniera in cui i due studiosi inglesi interpretano la filosofia esistenzialistica.
In Ragione e violenza, Laing e Cooper “confessano”, appunto, en tro quali termini il loro pensiero può considerarsi di matrice esistenziale. Per far questo, i due autori hanno scelto di condurre una analisi sulla filosofia di Sartre. E non a caso. Sartre è, in un certo senso, l’esistenzialista più impegnato nella prassi, l’esistenzialista più marxista. Se si riflette sul fatto che la professione di Laing e Cooper è tutt’altro che una “contemplazione del mondo”, ci si rende conto una volta di più dell’importanza culturale di Ragione e violenza. Il volume si sofferma su tre opere fondamentali di Sartre, tre opere che ne testimoniano altrettante dimensioni e articolazioni di pensiero: Saint Genet, Comédien et Martyr: Questions de Méthode; Critique de la Raison Dialectique.
Particolarmente interessante la trattazione su Génet, autore che solo di recente ha cominciato ad essere conosciuto in Italia ma la cui vita e la cui opera rappresentano un esempio privilegiato di condizione esistenziale che sfocia in una attività della mente niente affatto convenzionale e accettata dalla collettività «normale».
Sartre stesso si è congratulato per l’acutezza con cui Laing e Cooper hanno condotto l’analisi del suo pensiero. Ma, soprattutto, dopo aver letto Ragione e violenza, Sartre ha scritto agli autori di chiarandosi convinto che i loro sforzi contribuiranno sicuramente ad avvicinare l’epoca di una psichiatria «umana». Ragione e violenza vuole essere un ulteriore impegno verso questa edificazione di un nuovo futuro.