2 voll. con cofanetto, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni. Esemplare n. 10 di 999.
Nessun libro meglio di un catalogo ragionato aiuta a capire l’opera di un artista, tanto esso permette di seguirla senza soluzione di continuità, dalla nascita, miracolosa come tutte le nascite, via via fino all’evoluzione estrema, con i primi tentativi, le scoperte, l’affermarsi di un linguaggio dagli accenti nuovi, e, con gli abbandoni e le rinunzie, le variazioni dei differenti temi. Tutto si dispiega sotto i nostri occhi con una serie ininterrotta, in un certo senso più eloquente e precisa di un commento crítico, purché, beninteso, si possegga il codice che ne permette la decifrazione. Ma un catalogo ragionato è sempre un tentativo, che, se comporta ricerche pazienti, meticolose, è destinato per forza di cose a essere un’opera imperfetta; infatti l’esperienza insegna che cataloghi ragionati privi di lacune e di errori, non esistono e non esisteranno mai.. A un certo punto bisogna contentarsi di un risultato approssimativo, serbando il margine per aggiunte e rettifiche.
Una piccola giustificazione a queste lacune sta nel rifiuto di certi collezionisti pochi, per fortuna di prestarsi a una collaborazione, come se il possesso materiale di un’opera d’arte desse il diritto di dimenticare elementari obblighi di civiltà culturale. Nel caso specifico di Giorgio Morandi, poi, il curatore di un catalogo si trova di fronte a difficoltà, che, per l’opera di altri maestri, solitamente non esistono. Fin dall’inizio, infatti, Morandi battezzò i propri quadri in due soli modi: Natura morta e Paesaggio, senza aggiungere una parola che servisse a distinguere gli uni dagli altri, senza precisare mai gli elementi delle nature morte oppure i luoghi dove i paesaggi furono dipinti. Nelle esposizioni susseguitesi dal 1914 a oggi, i nomi dei proprietari che prestarono i dipinti, non compaiono per ragioni facilmente intuibili quasi mai: anonimato che rende praticamente impossibile, o almeno, estremamente difficile, l’identificazione delle singole opere. Infine un altro dato di fatto deve essere segnalato: specie negli ultimi anni, da quando l’opera di Morandi ha attirato l’attenzione dei mercanti e collezionisti stranieri, oltre a quella dei nostrani, i passaggi di proprietà sono diventati frequentissimi. Molto spesso il registrarli diventa fatica vana e l’incompletezza dell’informazione inevitabile. Si aggiunga che, per quante ricerche siano state fatte, di alcuni dipinti, anche capitali, da tempo si sono perdute le tracce; se esiste la loro documentazione fotografica, manca per contro, per esempio, un dato importantissimo come quello delle dimensioni.
Come il lettore vedrà, di ogni dipinto sono indicati: anno di esecuzione, titolo, tecnica, dimensioni, indicazione eventuale della firma e della data, proprietà attuale, collezioni, precedenti, esposizioni alle quali l’opera ha figurato, principali riferimenti bibliografici. Naturalmente si è adottato, per quanto possibile, un ordine cronologico, con l’aiuto anche dei registri di carico della Galleria del Milione, che ha avuto per lunghi anni rapporti con l’artista. Si è creduto opportuno anche di aggiungere al testo e alle riproduzioni dei dipinti una documentazione fotografica dell’artista, del suo studio, dei motivi di paese che si ritrovano nei dipinti; il confronto fra quadro e fotografia è, infatti, tutt’altro che privo di interesse, specie per l’opera di un artista. che non fece mai astrazione dalla realtà.