cm. 23 x 16, pp. 724, copertina rigida con sovraccoperta, in buone condizioni complessive.
Con questo primo volume delle sue «Memorie» Anthony Eden ha voluto spiegare al mondo gli scopi, le ragioni, i segreti della sua azione politica fra il ’51 e il ’57. La spedizione di Suez, che occupa l’ultima delle tre parti del volume, circa un terzo dell’opera, è il culmine della sua narrazione. Tutto il resto del racconto, sebbene sia in sé stesso di grande interesse storico e umano, prepara e quasi annuncia la rivelazione finale: i documenti, le ansie, le decisioni e le incertezze dei giorni che vanno tra la fine del luglio ’56, quando Nasser nazionalizzò il Canale di Suez, e il drammatico ritiro di Sir Anthony dalla direzione del governo britannico nei primi giorni del ’57.
La parte politica si intreccia continuamente a quella personale: il destino di un uomo a quello di un grande Paese, e si può dire del mondo. Come racconterà in un successivo volume, che sarà dedicato, invertendo l’ordine cronologico, ai primi anni della sua carriera, Eden, appena quarantenne, cadde da ministro degli Esteri per l’opposizione a Mussolini. Quasi venti anni dopo, Primo ministro, dovette ritirarsi dopo aver inutilmente tentato di strappare a un altro dittatore il controllo di Suez. Il parallelismo fra quei due episodi decisivi è sempre presente alla sua mente, e da esso egli vuole trarre un insegnamento per tutti. È uno degli scopi delle «Memorie».
Ma Eden, a quasi sessant’anni, non era più l’uomo vigoroso di un tempo. La grave malattia, che già lo aveva tormentato qualche anno prima costringendolo a subire tre operazioni chirurgiche, tornò a manifestarsi nelle giornate di Suez. Non si potrebbe immaginare un intreccio più stretto e delicato fra un caso personale e un dramma politico: un capo di governo colpito dal male proprio quando deve condurre una spedizione militare osteggiata dalle due superpotenze del mondo, e condannata dal coro quasi unanime delle potenze minori.
La sorte volle colpirlo nello stesso tempo in due modi: nella salute, nella vigoria fisica, e nel successo politico. Il libro si chiude col sobrio racconto della partenza di Anthony Eden e Clarissa Eden per la Nuova Zelanda, dopo le dimissioni. Il viaggio fu fatto per mare, e la nave, quasi per ricordare che cosa era avvenuto, dovette passare intorno al Capo di Buona Speranza essendo bloccato il Canale di Suez.
Eden documenta il suo racconto con citazioni di documenti inediti: nessuno, prima di lui, aveva ottenuto di poter attingere tanto ampiamente agli archivi ufficiali britannici a così breve distanza dagli avvenimenti e quando, anzi, il ciclo allora iniziato non si può dire concluso. Si tratta di appunti di diario, di istruzioni agli ambasciatori britannici, di informazioni riservate, di messaggi ai capi sovietici, al Presidente Eisenhower, a Dulles, a Churchill, a un gran numero di altri personaggi.
La galleria di ritratti che si potrebbe estrarre da questo volume comprende quasi tutti gli uomini rappresentativi dei nostri giorni, amici e nemici: Churchill, Attlee, Gaitskell, fra gli inglesi; Eisenhower e Dulles, fra gli americani; Stalin, Molotov, Kruscev e Bulganin, fra i sovietici; Mendes-France, Nehru, De Gasperi, Tito, Mollet, e tanti altri. Queste figure famose popolano le pagine delle «Memorie», accompagnano il racconto di sei anni inquieti.
Si può approvare o dissentire, si può criticare o applaudire, come già i giornali del mondo hanno cominciato a fare, secondo i diversi convincimenti, al primo annuncio delle rivelazioni di Sir Anthony. Ma non si può fare a meno di ascoltare quest’uomo convinto di avere ragione, questo avversario sfortunato delle dittature.