2 voll., cm. 23 x 16, pp. 788 + 736, copertina rigida con sovraccoperta, firme di appartenenza, in condizioni molto buone.
“Cominciai a pensare di scrivere un libro sugli anni da me passati al governo dopo la mia operazione nella primavera del 1957. Il mio primo proposito era di scriverlo secondo il normale ordine di tempo: dai primi anni dopo il 1930 fino ad oggi. Questo metodo aveva un vantaggio, e cioè che gli insegnamenti degli anni dopo il ’30 e la loro applicazione a quelli che seguirono il ’50, che sono i temi delle mie memorie, potevano essere più facilmente esposti. Ma questo piano impose un limite che mi è sembrato decisivo. Almeno quattro anni sarebbero passati prima che la mia narrazione del periodo più recente potesse essere presentata. Pensavo di non dover aspettare tanto. Questo libro metterà a nudo alcune ferite, e così facendo potrà contribuire a guarirle.
Gli anni durante i quali ho avuto la responsabilità della condotta della politica estera del mio Paese si dividono in due periodi. Il primo va dal 1935 fino al 1945, con un intervallo di diciotto mesi tra il febbraio ’38, quando mi dimisi dal governo Chamberlain, e il principio dell’autunno dell’anno seguente. Ritornai al ministero con Churchill, allo scoppio della guerra il 3 settembre, e fui ancora ministro degli Esteri verso la fine del 1940.
Il secondo periodo va dall’autunno del 1951 fino al gennaio 1957, durante il quale fui ministro degli Esteri o Primo ministro. Questo libro tratta quest’ultimo periodo, ma la politica che ho sostenuto e seguito allora era basata sulle mie esperienze anteriori. Applicandola, mi sono trovato di tanto in tanto in disaccordo con altre opinioni sostenute nel mio Paese e in quelli alleati. Ciò è stato per me causa di rammarico.
Ho passato tanta parte della mia vita nel dirigere o nell’attuare la politica estera, che sento di dover mettere per iscritto questi avvenimenti come mi si presentarono. Le riflessioni e le decisioni che riferisco sono quelle del momento. Spero che questo resoconto e i miei ragionamenti, come le esperienze attraverso le quali sono passato, possano essere utili agli altri.
Il materiale di cui mi sono servito è consistito negli appunti che scrissi, spesso a Sir Winston Churchill, Primo ministro quando io ero ministro degli Esteri, o ad altri colleghi quando io ero Primo ministro. Un’altra fonte da me usata sono state le note dettate per i messaggi mandati in patria quando ero impegnato in una missione all’estero, o mandati all’estero alle nostre ambasciate o a uomini di Stato di altri Paesi. Un’altra ancora sono stati gli appunti occasionali annotati al momento come base di un più ampio resoconto da redigere quando si fosse presentata l’occasione. Ma è il pensiero di allora sull’azione di allora, subito fermato sulla carta.
Penso che un simile resoconto possa essere utile perché, anche se il modello della politica mondiale può subire mutamenti e i suoi contorni possono sembrare di volta in volta più tranquilli o più minacciosi, nulla può cambiare il bisogno dell’uomo di consigliarsi con tutti quelli che hanno vissuto l’avventura senza fine.”