cm. 23,5 x 15,5, pp. 350, copertina rigida e sovraccoperta in acetato, in ottime condizioni.
Sia nell’ambito delle pratiche politiche che in quella delle teorie, è arduo stabilire se il pensiero di Leibniz sia estremamente moderno o incredibilmente antico: forse sarebbe più appropriato considerarlo come qualcosa al di là di tali categorie. Egli è solidamente radicato nel suo periodo, un periodo che coincide con l’apogeo del giusnaturalismo e i primi passi dell’assolutismo illuminato. La sua posizione nel centro di una politica di equilibrio, finalizzata a conciliare e coordinare la pluralità di forme e poteri politici attraverso un intricato gioco diplomatico, è rivelatrice. Tuttavia, la natura stessa della sintesi leibniziana, sia in questo campo che in altri ambiti dello spirito, è così distintiva, unica e oltre la somma dei componenti che unisce, che può essere spiegata soltanto attraverso l’unicità assoluta dell’autore stesso. Questo aspetto sembra trascendere il contesto temporale specifico, piazzandosi al di sopra del tempo o oltre ogni limitazione temporale. È per questa ragione che continua a catturare un interesse vibrante anche nell’odierno panorama.