Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 13,5, pp. 484, brossura, nota di possesso, in condizioni molto buone.
Contenuto:
Cosa vuol dire essere un filosofo ebreo? Sono conciliabili questi due termini: filosofia e fede, ragione e Legge, Atene e Gerusalemme? Questi sono gli interrogativi centrali che legano in un unico filo problematico i più significativi saggi di Leo Strauss, qui presentati per la prima volta al lettore italiano. Ad essi l’autore non fornisce una risposta semplice, come non prende partito per nessuna delle due polarità fondamentali della nostra tradizione. Al contrario, riconosce nella loro eterna tensione quel principio vitale dell’Occidente da cui già Tucidide, Platone e Maimonide attingono il senso profondo della loro opera.
Altro elemento di notevole interesse del volume risiede nei saggi dedicati ai grandi ‘nichilisti’ contemporanei – Nietzsche, Heidegger, Schmitt – che consentono finalmente di contraddire la corrente interpretazione ‘antimoderna’ di Strauss, rivelando la sua aporetica relazione con il più radicale pensiero contemporaneo. Benché consapevole dei rischi e delle contraddizioni della cultura moderna, la prospettiva straussiana appare così tutt’altro che impermeabile alle sue domande e alle sue sfide.