cm. 21,5 x 15,5, pp. 364, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Oggi che la prima Repubblica è al suo tramonto di venta più agevole tracciarne un profilo storiografico coerente e alieno da schemi precostituiti. Alla domanda se la Repubblica sia nata solo dalla Resistenza, o anche dalla crisi dello Stato-Nazione costruito dal fascismo, l’autore fornisce qui una risposta che va nella direzione della seconda ipotesi, e proprio per questo comincia la propria indagine dal dicembre 1942, quando quella crisi apparve in tutta la sua gravità. Essa colpi tuttavia la nazione più fortemente che non lo Stato, di cui molto fu conservato: alla concezione fascista dello Stato etico si sostituì quella del Partito etico, fondamento, questo, di molte degenerazioni e dell’attuale crollo del sistema dei partiti. La peculiarità della prima Repubblica è d’altronde dovuta al fatto che l’Italia è stata zona di frontiera tra il blocco occidentale e quello orientale, ed è stata attraversata al suo interno da una sorta di invisibile confine. Tutto ciò non ha impedito alla nostra società di evolversi radicalmente: al di là degli avvenimenti politici ed economici, Aurelio Lepre non trascura le metamorfosi del gusto e degli stili di vita, la storia delle mentalità e del costume, il percorso di modernizzazione che a vari li velli ha investito il nostro paese, delineando una sin tesi chiara ed informata degli ultimi cinquant’anni di storia italiana, particolarmente utile nel momento in cui la necessità di dare corpo ad una seconda Repubblica si impone con sempre maggiore forza.