cm. 18 x 10,5, pp. 274, brossura, in buone condizioni.
Prima ancora che venisse a qualcuno l’idea di questo libro, esso era in parte già scritto.
L’hanno scritto insegnanti, alunni, operai-studenti, psicologi, maestre d’asilo, genitori: protagonisti o spettatori, in molte scuole d’Italia, dall’asilo ai licei, di una pratica educativa non autoritaria che alcuni semplicemente vivono, altri teorizzano o difendono, alcuni cercano di capire, altri combattono.
I testi qui raccolti sono il documento delle loro esperienze. Difficoltà, talora gravi, perplessità personali e non, sforzo di elaborazione politica, tensione e pazienza politica – tutto ciò si accompagna a una singolare allegria e ironia, che si vedranno spuntare qua e là nel libro, quasi all’improvviso, come succede nel corso di una giornata.
Quello che ne risulta non somiglia a un discorso di Scienza Pedagogica, né vuole suggerirne alcuno (altri vestiti per il maestro, come per l’imperatore della fiaba di Andersen…) Semmai il contrario. Convince che è un alibi escogitare nuove pedagogie o nuove didattiche. Racconta i tentativi di stabilire dei rapporti liberanti, senza riguardo per le funzioni e le competenze precostituite; di far uscire la scuola dai suoi recinti e cancelli, di sottrarla ai suoi tutori, per farla con altri.