cm. 21,5 x 14,5, pp. 306, copertina rigida con sovraccoperta, tagliando rimosso al risvolto posteriore, in ottime condizioni.
Il 10 luglio 1969, il postale inglese Picardy avvistava in pieno Atlantico un trimarano a vela, il Teignmouth Electron, che, per quanto a bordo fosse tutto apparentemente a posto, risultava abbandonato. Il trimarano, governato da Donald Crowhurst, era salpato dall’Inghilterra il 31 ottobre dell’anno prece dente per partecipare alla regata del Globo d’oro, un viaggio senza scalo intorno al mondo in solitario, indetta dal «Sunday Times». Lo svolgimento della regata era già stato fino ad allora contrassegnato da avvenimenti clamorosi. Numerosi concorrenti si erano ritirati; Bernard Moitessier, probabile vincitore, ormai sulla rotta del ritorno, invece di puntare sul l’Inghilterra, aveva doppiato nuovamente il Capo di Buona Speranza proseguendo per l’Australia ed era approdato, infine, a Tahiti; Robin Knox-Johnston, nonostante la barca troppo piccola e lenta, era inaspettatamente riuscito ad approdare per primo in Inghilterra, vincendo così uno dei premi in palio. Due soli concorrenti rimanevano in gara per la vittoria in tempo assoluto: Nigel Tetley, che aveva condotto una splendida corsa, e, con sorpresa di tutti, Donald Crowhurst che, pur partito per ultimo e senza alcuna particolare fama di velista, era apparso improvvisamente, in base ai suoi messaggi radio lanciati dopo un lungo periodo in cui erano mancate sue notizie, come il vincitore quasi sicuro.