cm. 28,5 x 24,5, pp. 264, copertina rigida, in ottime condizioni.
Scorrere le pagine di questo volume significa non solo ripercorrere le vicende che hanno segnato la storia di Trieste e del suo territorio, non solo affrontare il delicato tema della follia, non solo celebrare, consolidandone negli importanti interventi critici di queste pagine, il centenario del Comprensorio sanitano di San Giovanni, quartiere un tempo periferico ora vivacemente inserito nell’area urbana. L’opera è innanzitutto un omaggio all’innovazione e al cambiamento. Perché le vicende che hanno determinato la nascita dell’ospedale e la sua evoluzione, nonostante i periodi bui e tragici che ne hanno accompagnato le sorti dal 1908, muovono da un’ottica volta costantemente a rileggere l’idea di manicomio, il rapporto con il paziente, la relazione con la città. La Provincia di Trieste, chiamata dal 1924 a gestire l’area, ha fortemente voluto dedicare al frenocomio questa pubblicazione affinché si possa meglio comprendere la storia dell’istituzione, dalla sua progettazione all’attuale utilizzo.
E corso degli eventi a evidenziare la modernità del contenitore e la modernità dei contenuti. Dal modello originario, architettonico e urbanistico, che si ispira alla visione dell’open-door, alle scelte coraggiose, negli anni settanta, di Franco Basaglia che apre i Comprensorio, negando ogni possibilità di reclusione e di contenzione e generando, con la legge 180, una vera e propria rivoluzione nell’ambito della psichiatria.
E come non considerare che anche all’interno del Comprensorio si è alimentato il rapporto, spesso contrastato, tra la psichiatria e la psicologia, avendovi operato Edoardo Weiss, allievo di Freud. I cui influssi si leggono e percepiscono in molte pagine di scrittori e poeti triestini, da Svevo a Saba. In questi ultimi anni Comprensorio è nuovamente centro di sperimentazione, ove il passato si mescola con il presente e il futuro, dando ancora linfa vitale agli edifici e al parco, che si adattano perfettamente alle nuove destinazioni d’uso. Così a San Giovanni oggi convivono strutture sanitarie e scolastiche, dipartimenti universitari e musei, spazi teatrali e laboratori per i bambini e i giovani: tutto nel cuore di un parco che sta riacquistando colori e profumi grazie ai numerosi roseti.