Caratteristiche e condizioni:
cm. 22 x 14, pp. 220, brossura, sporadiche sottolineature a penna e segni di evidenziatore, per il resto in buone condizioni.
Contenuto:
Ne L’urbanistica e l’avvenire delle città negli stati europei, Giuseppe Samonà postulava l’esistenza, nella crescita della città, di una coerenza ‘per cui ogni parte di città, o almeno ogni parte veramente essenziale, ha un significato in quanto appartiene alla continuità del modo di estendersi del tessuto urbano secondo caratteristiche inconfondibili’.
Luciano Semerani separa nettamente dal resto dell’architettura contemporanea l’area dei problemi, degli interessi, delle proposte progettuali della generazione di architetti italiani della scuola di Rogers e Samonà; la generazione che più ha inciso nel dibattito teorico degli anni settanta. La rivalutazione della storia urbana, l’analisi dello specifico urbano come unicum non standardizzato hanno già influito molto sulla maturazione di nuove tecniche di analisi della struttura urbana. Su questo supporto conoscitivo, tecnologico, che Semerani recupera e ricolloca nella sua esperienza progettuale, si sviluppano i problemi più attuali. Il ‘montaggio’ dell’architettura contemporanea nella città antica; la ‘rappresentazione’ dei momenti collettivi nella vita d’oggi; la riscoperta della scelta figurativa e della scelta stilistica come fatto privato o di identificazione delle minoranze.
La localizzazione del manufatto nel contesto urbano, le leggi di costituzione del manufatto in rapporto ai problemi posti dalla localizzazione, hanno un ruolo strategico nel processo di trasformazione della città, nella costruzione dell’immagine della città futura. Si ritorna così alle origini del processo progettuale, al divario tra architetto e designer, alla ‘necessità dell’architettura’.