cm. 20,5 x 19,5, pp. 90, brossura, in ottime condizioni.
L’eccezionalità dell’esperienza di Luigi Veronesi nell’arte italiana, ma anche sulla scena europea, è quella di aver lavorato contemporaneamente sul fronte della pittura e della fotografia. L’incrociarsi di questi due modi di concepire lo spazio e la realtà ha aperto, da Man Ray a Moholy-Nagy, da El Lissitzkij a Rodčenko, a Veronesi appunto, una possibilità sperimentale nuova.
Era quindi importante documentare l’opera fotografica di questo artista, dai primi esperimenti degli anni venti ai fotogrammi a colori del 1980, come fa sistematicamente questo volume. Proprio l’organicità del materiale raccolto permette di constatare quanto complesso sia il termine «sperimentale» in esperienze di questo tipo: non soltanto un’esigenza formale, ma un complesso mondo di immagini e di simboli risultano fissate in queste operazioni. A mettere a fuoco la lettura dell’immagine nell’arte moderna e del suo ribaltamento in fotografia e la distinzione operativa tra grafica e fotografia/fotogramma nell’opera di Veronesi contribuisce la nota di Paolo Fossati che dà stimoli e indicazioni sugli elementi della creazione nello spazio della ricerca.