Caratteristiche e condizioni:
cm. 23,5 x 15, pp. 248, brossura, in condizioni molto buone.
Contenuto:
Tra il XV ed il XVIII secolo migliaia di streghe furono processate e condannate in Europa per delitti fantastici e impossibili. Non sapremo mai quante furono, forse centinaia di migliaia, forse più di un milione. In compenso conosciamo bene ciò di cui erano accusate, e di alcune streghe anche il nome, la condizione sociale, la vicenda personale.
Dai documenti che ci danno queste informazioni non ricaviamo però risposta alla semplice domanda: perché? Gli studiosi continuano ad interrogarsi sulle ragioni d’una persecuzione così lunga e crudele contro individui, quasi tutte donne, di cui non riusciamo a vedere in che modo minacciassero la società.
Questo libro chiede al lettore di rinunciare a trovare una risposta generale e di dedicare la propria attenzione alla storia particolare di alcune donne che subirono la persecuzione: Caterina Ross, Anna Maria Sertora, Barbara Marostega, Giacoma Vinanti, Antonia Comba…
Molti storici della caccia alle streghe hanno deciso e dichiarato che ormai non è più possibile conoscere il punto di vista delle vittime perché i documenti rimasti furono scritti dai loro persecutori. Decisione frettolosa. C’è un legame che non si può rompere tra persecutore e vittima; e quando il primo afferma il proprio punto di vista e le proprie ragioni, vi tira dentro, secondariamente ma necessariamente, anche la vittima. Basta avere la pazienza di seguire il filo esile e intermittente di questa presenza seconda.
Deviando così nel particolare e rinunciando alla spiegazione generale, il lettore non si perde. Al contrario. La ragione che si smarrisce quando considera l’enormità del fenomeno, torna a esercitarsi nella comprensione di vicende individuali. Forse perché la storia, qua e là, affonda le radici nella soggettività. Ed è come se la caccia alle streghe fosse una radice nuda della storia.