cm. 24,5 x 17,5, pp. 536, copertina rigida con sovraccoperta, lievi segni del tempo, in buone condizioni.
Il regno della macchina domina il mondo, ma l’intelligenza, la sensibilità, la pazienza, la sagacia, l’estro, la facoltà geniale di trasformare la materia grezza in forme funzionanti od estetiche dalle linee pure, ove ogni parte ha la sua ragion d’essere e si trova in dolce armonia col tutto, sono doti queste solo della mano dell’uomo che nessuna macchina potrà mai contenderle. Ho pensato di fare pure cosa gradita al lettore che desideri avvertire una prospettiva umana nei prodotti della valentia artigianale, includendo nel testo, a grandi tratti, cenni storico-biografici dei nostri armaioli della vecchia scuola, di quegli artisti, cioè, che costruirono, e qualcuno ancor oggi costruisce, il fucile da caccia nella sua bottega. Questo perché, assieme alle loro armi, non vada perduto anche il ricordo delle loro persone e della loro nobile fatica. A questi armaioli italiani ho aggiunto alcuni sommi fra gli inglesi, quelli ai quali tutto il mondo armiero deve deferente gratitudine e per i quali si può dire che non furono dei giganti, bensì dei maghi. Con questo mio lavoro vorrei aver contribuito un po’ a quell’indagine e ricerca che si fanno sempre più intense e precise da parte di un vasto stuolo di raccoglitori e collezionisti di armi fini da caccia, i quali vedono in questi prodotti della migliore arte armiera degli oggetti di valore e dei mezzi dispensatori di intima gioia estetica.