cm. 19 x 12,5, pp. 338, brossura, abrasione al piatto anteriore, per il resto in ottime condizioni.
Il titolo di questo libro, tolto da una lapide dettata da Piero Calamandrei per il palazzo comunale di Cuneo, vuole riassumere il senso di quel momento della nostra storia che si chiama Resistenza. E insieme lo spirito che ha motivato la preparazione di questo libro per la Collana Italsider, perché ricordassero coloro che sono stati testimoni di questi anni e conoscesse chi per età non può ricordare. Si è preferita una raccolta di documenti ad una narrazione di fatti perché la voce dei protagonisti e dei testimoni della Resistenza, così come l’esperienza e la lezione morale che essi ci hanno lasciato, è tuttora viva e diretta e non ha bisogno di mediazioni. Conoscere la storia della Resistenza vuol dire anche definire la prospettiva del nostro impegno civile. Valga a questo diceva: «Ricordino… proposito l’alta parola del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, il quale, commemorando a Milano nel maggio 1965 il Ventennale della Resistenza, così diceva: «Rico duramente riconquistata i giovani che la libertà così durame massimo dei beni concessi all’uomo e che non esiste libertà propria senza fervido consenso alla libertà altrui. Ciò che possiamo affermare è che se la marcia è stata più lenta quanto forse si poteva sperare, la direzione della marcia è quella giusta. Rimangono fermi nel nostro spirito come valori fondamentali della vita, quelli che ci hanno orientati nelle lotte del passato, quelli che ci hanno guidati nei venti anni che ci separano dalla fine della seconda guerra mondiale, e che ci guideranno anche per il futuro. Sono i valori della libertà politica, della giustizia sociale, della pace nella sicurezza e nell’indipendenza di tutti i popoli della terra».