cm. 21 x 15, pp. 146, brossura, in buone condizioni.
L’essenzialità del racconto umano di Lurija – genere che lui amava definire «scienza romanticas – è nello spirito dei personaggi di Kafka o di Beckett, simbolicamente spogliati del potere di trovare significati nel mondo. Nel suo campo S., il paziente di Lurija descritto in questo libro, si avvicina a Joseph K. de Il processo o alla galleria delle anime perse alle quali Beckett ha dato vita nei suoi racconti e nei suoi drammi. In questa nuova ottica la «patologia» non è più un dominio estraneo alla condizione umana ma sua parte integrante. Anziché emarginare il malato e il menomato oltre le frontiere della comprensione umana, ci si interroga sul loro punto di vista soggettivo, sulla loro epistemologia implicita, sui loro presupposti. Essi cessano di essere «casi» e diventano di nuovo esseri umani. Diventano parte della letteratura cosí come della scienza. Questo nuovo genere, questo modo di intendere le conseguenze dei disturbi del corpo umano non come semplici «sindromi organiche» ma come stati umani, ha attratto, fin dalla pubblicazione dei classici libri di Lurija, voci nuove e importanti. Risvegli di Oliver Sacks e gli studi dei casi più brevi riportati nel più recente L’uomo che scambiò sua moglie per in cappello, sono direttamente ispirati da Lurija.