cm. 20,5 x 12,5, pp. 516, brossura, in ottime condizioni.
“Giulio Maccacaro era e resta soprattutto un uomo di scienza. La sua vasta cultura, l’ironia, la vena polemica, virtú cosí rare tra coloro che si professano ‘scienziati’, tendono spesso a farlo dimenticare, ed a farlo etichettare come uno studioso od un critico della scienza. Ma Maccacaro era in primo luogo uno scienziato, e mai, nemmeno nelle sue piú dure polemiche, rinnegava le basi del metodo scientifico o l’uso della ragione. Distingueva sempre con chiarezza le congetture dalle ipotesi di lavoro, poiché queste stanno sulla terra e quelle ovunque o in nessun luogo. Sapeva che solo le ipotesi di lavoro possono essere verificate, controllate e sottoposte a critica. Perciò la sua polemica non scadeva mai nel disfattismo o nella mitologia; perciò poteva scrivere ‘rifiutiamo insieme lo scientismo ed il luddismo scientifico: ci sono ugualmente estranei il culto e l’esorcismo della scienza’.
“Le ipotesi della scienza possono quindi essere sottoposte a controllo, anzi lo debbono; a questo punto però Maccacaro poneva con forza il problema di chi dovesse essere il soggetto di questo controllo e di quali dovessero essere i parametri di giudizio. E la risposta alla domanda ‘quale scienza, per chi?’ era politica, non puramente scientifica…
“Giulio Maccacaro non era un uomo da tavolino: la lotta per la liberazione della scienza dal potere, per una scienza degli uomini e non degli scienziati soltanto, l’ha sempre condotta in prima persona e innanzi tutto sul campo. Non era l’ideologo che spinge gli altri all’azione; al contrario, i suoi pensieri ed i suoi scritti nascevano sempre da uno stretto rapporto con la realtà, nella quale trovavano il momento di verifica. Per questo motivo essi non appaiono mai accademici o rigidamente sistematici: Maccacaro non scriveva per gli altri professori né per i posteri, né ambiva al trattato o al vasto saggio, all’interno del quale il pensiero nasce, si sviluppa e si conclude. Scrivere era per lui un aspetto della lotta, nella quale era ad ogni momento interamente coinvolto…”