cm. 18 x 10,5, pp. 408, brossura, in ottime condizioni.
«Il pregio particolare di questo bellissimo libro del Macchia – scrive Eugenio Montale nella sua prefazione – è di avere studiato il senso della “misura sconvolta”, dell’incrocio e della ibridazione dei vari generi in una letteratura che ha sempre professato ossequio alla teoria della distinzione degli stili». Tra esprit de finesse e de géometrie e le creazioni degli eccentrici e degli irregolari, tra un ordine sempre sconvolto e un ordine sempre ricostituito si forma la tensione dialettica magistralmente indagata da Macchia in questi saggi, che si compongono in un «discorso» organico: dalla «lotta per la ragione» (Malherbe, la polemica sul Cid, il teatro di Racine, Boileau) al dramma di un moralista (La Roche-foucauld), dalla fortuna del Cortegiano in Francia ai romanzi di Madame de La Fayette, di Crébillon fils e di Laclos, dalla crisi della ragione nel Settecento a Chateaubriand, Stendhal, Baudelaire, Valéry, Gide, Radiguet, Proust. La verità di queste pagine – osserva ancora Montale – «è fatta di verosimiglianza, di fedeltà ai testi e di intelligente misura. Macchia è uno di quei saggisti tipicamente italiani che sanno contemperare l’analisi psicologica e il giudizio estetico con un vivo senso della prospettiva storica».