Caratteristiche e condizioni:
cm. 23,5 x 16, pp. 390, copertina rigida con sovraccoperta (lievi tracce d’uso agli angoli), in condizioni molto buone.
Contenuto:
Tra il 1888 e il 1889 attorno a Campo dei Fiori si concentrarono le speranze e i timori di gran parte degli italiani che videro nella statua di Giordano Bruno il simbolo supremo della libertà o della peggiore delle maledizioni, del riscatto o della vergogna, di un’Italia fieramente laica e anticlericale o di un’Italia priva di ogni valore morale e principio di civiltà.
I cattolici più intransigenti le cambiarono persino il nome. Dopo quanto accadde la mattina del 9 giugno 1889 chiamarono quella piazza non più Campo dei Fiori ma Campo Maledetto. E nelle loro intenzioni sarebbe rimasta tale fino al giorno in cui al posto del ‘monumento infame’ non sarebbe sorta una cappella di espiazione al Cuore Santissimo di Gesù. Questo libro è il racconto drammatico di un conflitto durato la bellezza di tredici anni, tanti ne occorsero per erigere quella statua. Un burrascoso affresco che trovò linfa vitale nelle passioni di studenti innamorati di Bruno e Mazzini, di Garibaldi e Oberdan, e decisi a mettere in pratica un disegno radicale che in breve tempo si trasformò in una seconda Porta Pia.
Ma Campo dei Fiori è anche il capitolo di una storia più grande, che tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento è scandita dalle battaglie per l’emancipazione femminile e il suffragio universale, per la cremazione e l’abolizione dell’insegnamento religioso nelle scuole e della pena di morte.
Sono trascorsi 125 anni dall’inaugurazione della statua, e oltre quattro secoli da quando, all’alba di un giovedì di febbraio, a dorso di mulo, Giordano Bruno venne trasportato in quella piazza, e lì legato a un palo e bruciato vivo.