cm. 23,5 x 16, pp. 568, volume rilegato, copertina non conservata, in buone condizioni.
“Degenerazione” di Max Nordau, originariamente intitolato “Entartung”, è un’analisi critica del tessuto sociale dell’epoca, redatta tra il 1892 e il 1893. Nell’opera, Nordau esplora le dinamiche della società moderna, ponendo un accento critico su quello che lui definisce arte degenerata, e analizzando i fenomeni sociali contemporanei, come l’intensificarsi dell’urbanizzazione e i suoi presunti impatti sul benessere fisico e mentale.
L’opera si apre con un’interpretazione medica e sociale della degenerazione nella società, divisa in cinque libri. Il primo libro si focalizza sul fenomeno del “fin de siècle” in Europa, identificando la Francia come punto di origine percettiva, sebbene il fenomeno stesso non sia nato lì. Nordau, in seguito, discute l’influenza dell’arte nell’imitazione sociale.
Attraverso vari studi di caso su artisti, scrittori e pensatori, Nordau sostiene che la società e l’umanità sono in uno stato di degenerazione, che è sia riflesso che influenzato dall’arte. In particolare, critica la diffusione dello spiritualismo in Francia, interpretandolo come un ritorno all’irrazionalità in risposta alla modernizzazione.
Sebbene il termine “Entartung” non sia stato coniato da Nordau, rifletteva un sentimento diffuso nell’Europa del XIX secolo, in particolare nell’Impero Austro-Ungarico. Le sue opinioni erano radicate nel pensiero illuminista del XVIII secolo, con un forte accento sulla scienza e la logica per risolvere problemi sociali e culturali. Nordau vedeva la degenerazione come una malattia mentale che richiedeva trattamento.
Nonostante fosse criticato per il suo moralismo e l’uso di argomentazioni mediche per declassare opere d’arte, l’opera di Nordau è stata influente, riflettendo le preoccupazioni e le ansietà dell’epoca.