cm. 21,5 x 13,5, pp. 184, brossura, sporadici segni a penna, in buone condizioni.
Antico sogno, passione febbrile: dimorare in Paradiso, percorrere uno spazio senza tempo per guadagnare la beatitudine dell’anima e insieme il godimento di un piacere secolare. Ma dove trovare alloggio in un luogo tanto inedito, in quale casa ricoverarsi? E una dimora, poi, esiste davvero in Paradiso? Mettendo a confronto strutture architettoniche e modelli letterari, in un’ottica antropologica che sa trasformare le utopie dell’immaginario in fatti di cultura, in questo volume l’autore studia mirabilmente le forme che il Paradiso ha assunto in un arco cronologico assai dilatato, dalle suggestive visioni dell’Antico Testamento alle progettazioni urbanistiche di Frank Lloyd Wright e Le Corbusier, passando attraverso l’«hortus deliciarum» e gli spazi claustrali del Medioevo. E il paesaggio paradisiaco si ridurrebbe secondo l’autore a tre tipi essenziali: l’Eden, il giardino, luogo di tranquillità agreste in cui l’uomo non deve edificare nulla che contrasti con la natura; Gerusalemme, la città santa, le cui mura danno al luogo una maggior protezione e dove templi e palazzi sacri rammentano di continuo la presenza di Dio; infine, un Paradiso che sintetizza i due modelli precedenti, l’arcadia e l’utopia urbanistica, un giardino che ospita un’abitazione o una città che racchiude un giardino: come dire un sogno che recinge, sminuendole, le miserie della storia.