cm. 18 x 11, pp. 374, brossura, in ottime condizioni.
Quale rapporto c’è fra Hitler e la radio, Picasso e i fumetti di Al Capp, l’automazione e i beatnik, la TV e Fidel Castro? Al tocco magico dell’elettricità la condizione umana è mutata. Le comunicazioni si sono fatte immediate e globali. È finita l’era puramente meccanica e si è invertito repentinamente un processo di espansione frammentata durato millenni. Colta quasi di sorpresa, la società contemporanea deve ancora prendere atto di quale portata abbia questa inversione di marcia, questo ripiegare verso un’unità pari soltanto, forse, a quella del mondo tribale. McLuhan si propone appunto di darci questa coscienza, e lo fa analizzando i singoli «media» intesi come «prolungamenti» degli strumenti stessi che la natura ha dato all’ uomo per percepire e comunicare. Ma tutti i mezzi tecnologici, anche quelli che non hanno quale funzione unica e immediata il trasmettere informazioni, producono conseguenze di ordine psichico e fisico la cui intera portata si può valutare solo con criteri del tutto nuovi. Se i veri effetti dei «media» non corrispondono a quelli voluti e programmati, allora i significati psico-sociali della comunicazione vanno cercati altrove: nella «forma», cioè, che il messaggio assume entro la sfera d’azione di ogni singolo strumento tecnologico.