cm. 18 x 11, pp. 510, brossura, in ottime condizioni.
Il primo viaggio di Margaret Mead a Manus, remota isola del Pacifico (Melanesia), risale al 1928; ed è del 1930 il libro Growing up in New Guinea nel quale la grande etnologa ha dato un resoconto minuzioso della straordinaria esperienza da lei vissuta, per molti mesi, a contatto con una popolazione ancora ferma a una civiltà di tipo preistorico. Nel 1953 la Mead ritorna a Manus e si trova di fronte a uno dei fenomeni più impressionanti di trasformazione sociale che la storia delle culture ricordi: una comunità umana è passata, nell’arco di 25 anni, dall’età della pietra all’epoca moderna. Che cosa era accaduto? La presenza sull’isola di alcune migliaia di soldati americani, durante la guerra contro i giapponesi, aveva stimolato la curiosità e l’interesse degli abitanti al punto di indurli a porre gradatamente in discussione il proprio modo di vivere nel confronto con quello dei «portatori», della civiltà tecnologica, a tentare di assimilare e integrare gli elementi della cultura occidentale ai ritmi ancestrali della loro civiltà. Il nuovo libro della Mead registra i risultati, spesso paradossali, di questo straordinario processo evolutivo, comparando il materiale raccolto nel 1928 con quello del 1953: talvolta, sono gli stessi individui fotografati a 25 anni di distanza a rivelarci, nell’immediatezza di un’immagine, la portata eccezionale del fenomeno. Un libro capace di dirci, sulla dinamica dell’evoluzione sociale, più di un insieme di trattati teorici; un libro che, nel contempo, offre il materiale per una discussione al di là dei limiti stessi di questa ricerca.