cm. 29,5 x 20, pp. 128, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
L’alpinismo oggi ha perso parte del carattere intellettualistico ed elitario che lo rendeva quasi incomprensibile ai più e si è diffuso in tutti gli strati sociali, particolarmente negli ambienti giovanili. Gran parte del merito di questa diffusione va alle caratteristiche intrinseche di questa attività sportiva, esaltante e affascinante. per il senso dell’avventura che offre e gli stimoli psicofisici che sollecita il rapporto continuo uomo-natura. Ma il rinnovato interesse per l’alpinismo si deve anche all’opera divulgativa che studiosi, appassionati naturalisti e alpinisti hanno fatto nel corso della bicentenaria storia dell’alpinismo. Due principali filoni caratterizzano la letteratura alpinistica attuale: quello autobiografico esplorativo e quello manualistico. Sono due aspetti letterari che denotano, salvo rare eccezioni, segni di involuzione non solo culturale ma anche informativa, almeno per quanto attiene il campo divulgativo, perché in quello specialistico gli studi e le pubblicazioni, specialmente fuori Italia, sono seri e approfonditi. Un manuale specialistico, impostato secondo i vecchi schemi didascalici, oggi non avrebbe più senso. se indirizzato al vasto pubblico degli appassionati della montagna. Questo volume esce perciò dalla rigida impostazione tradizionale dei manuali tecnici. pur tenendo presente le linee evolutive dell’alpinismo tecnico agonistico. Non si tratta solamente di un prontuario, ma di uno strumento informativo sufficientemente ampio e aggiornato che, pur dando lo spazio dovuto alla tecnica di scalata, presentata con una impostazione grafica originale, basata sulla integrazione e la corrispondenza tra immagine fotografica e disegno, mette in risalto gli aspetti e i momenti più importanti dell’evoluzione storica e culturale dell’alpinismo. L’autore, Andrea Mellano accademico del Cai, ha svolto una intensa attività alpinistica sulle Alpi e sulle montagne extraeuropee, rivelandosi negli anni cinquanta e sessanta uno dei più attivi propugnatori di un alpinismo antieroico. Con Romano Perego formò una delle più affiatate e forti cordate europee degli anni sessanta. Tra le sue principali imprese ricordiamo: la prima alla parete nord della Punta Young alle Grandes Jorasses; la prima al Pilone a Tre Punte del Mont Blanc du Tacul; la prima salita alla parete nordest della Roccia Nera (Monte Rosa): la prima salita allo spigolo ovest del Becco di Valsoera (Gran Paradiso); la prima salita invernale del canalone Gervasutti al Mont Blanc du Tacul; la prima salita italiana alla parete nord dell’Eiger. Inoltre la parete nord del Cervino, la parete nord delle Grandes Jorasses, la parete nord della Cima Ovest di Lavaredo (via Cassin) e la parete nordest del Badile. Come capo spedizione ha partecipato a spedizioni in Nepal, Afghanistan, Armenia, salendo numerose vette comprese tra i 5000 e i 7000 metri.