Caratteristiche e condizioni:
cm. 30,5 x 21,5, pp. 168, copertina rigida, in ottime condizioni.
Contenuto:
Con lo scorrere del tempo, sempre più ci si accorge che i valori di una terra, con le radici della sua gente, emergono con prepotenza anche dopo secoli, dai documenti che la riguardano, dalle cronache del suo passato, dalle testimonianze lasciate da chi ne è stato attento cultore. Così l’Istria, i cui valori si rafforzano ogni qualvolta la memoria storica si riappropria di un tassello cognitivo che riemerge, magari occasionalmente, dall’oblio di un archivio, di una biblioteca, di una collezione, dov’era rimasto per lunghi anni smarrito o dimenticato. Quando poi un’opera antica viene pubblicata e pertanto resa disponibile ad un maggior numero di persone studiosi, ricercatori o semplicemente lettori appassionati di storia patria – ci si rende conto di aver inaspettatamente avuto l’opportunità di colmare una lacuna di cui non si conoscevano chiaramente i contorni. E basta che tra le tante cose note si scoprano qualche notizia o dati inediti, il lavoro fatto risulta meritorio e culturalmente significativo. Così è stato con la pubblicazione del volume “Memorie sacre e profane dell’Istria” per i tipi dell’editore G. Coana di Trieste. Nel 1968 sotto gli auspici dell’Unione degli Istriani, nel cinquantesimo della Redenzione, Giusto Borri, medico di origini parentine, curava la pubblicazione della seconda parte delle “Memorie sacre e profane dell’Istria” del dottor Prospero Petronio.
Una pubblicazione importante, perché colmava una lacuna nel campo della storiografia regionale. Ma, come rileva nell’introduzione lo stesso curatore della pubblicazione Giusto Borri, era soltanto la seconda parte dell’opera che l’autore, sentendo avvicinarsi la morte aveva depositato presso il Convento dei PP Cappuccini di Capodistria, come scrisse il Padre Ireneo della Croce (1698) lodando l’opera di Mons. Giacomo Filippo Tommasini dalla quale il Petronio aveva in gran parte attinto: “…massime le Memorie sacre e profane dell’Istria che, pervenute alle mani dell’Eccellentissimo dottor Prospero Petronio nativo di Capodistria, e Medico della Città di Trieste, con accurata diligenza, bellissima addizione, e studio accresciute, le ridusse all’ultima perfezione per mandarle alla stampa, quando la morte tagliato il filo de’ suoi floridi anni, privò colla sua vita, non solo la patria, ma il mondo tutto di tanto bene; onde acciò non restasse nell’oblivione sepolto sì prezioso tesoro, ordinò che, chiuso in una cassetta, si depositasse nel Convento de’ Reverendi Padri Cappuccini si Capodistria, sin tanto che alcuno spinto dall’amor della patria lo mandasse alla luce.”