cm. 21,5 x 13,5, pp. 298, brossura, in condizioni molto buone.
Se oggi si parla di semiologia del cinema, lo si deve al lavoro pionieristico di Christian Metz. Non c’è rivista di cinema oggi, anche estranea alla tematica semiologica, che non debba fare i conti con i metodi di analisi filmica proposti dallo studioso francese. Esistono nel mondo riviste e gruppi ‘metziani’, e lo stesso autore ha via via rielaborato e portato avanti le sue teorie attraverso una serie di libri, tra cui il fondamentale ‘Linguaggio e cinema’ pubblicato in questa collana.
La presente raccolta di saggi mostra molto bene il nesso tra la ricerca di Metz e le indagini filmologiche a cui egli va debitore (si vedano i saggi su Mitry), mentre collega le ricerche semiotiche ai problemi pedagogici, all’analisi del montaggio e dei vari trucchi cinematografici, fino ad aprirsi sulla più specifica tematica di una teoria semiologica del film. Offre un’immagine completa dell’intero lavoro di Metz, di un autore capace di liberarsi dall’impaccio dogmatico delle sue stesse proposte per avventurarsi costantemente in nuovi campi, fino alle soglie della psicoanalisi, come già preannuncia l’ultimo saggio di questa raccolta.