cm. 24,5 x 17, pp. 123 + 100 tavv. f. t., copertina rigida con sovraccoperta e cofanetto, in ottime condizioni.
Questo libro non è, dice Jeanne Modigliani, «un tentativo sentimentale di ricomporre l’immagine del padre sconosciuto». Vuol essere, invece, un ritratto vero, autentico, documentato, di un uomo e di un pittore: tale, insomma, da liberarlo di tutte le amplificazioni di cui la leggenda, sorta attorno al suo nome, l’aveva sovraccaricato. Una leggenda che ha valso ad accreditare, perfino presso la critica più avvertita, deformazioni romantiche, presto solidificate in schemi pigramente ripetuti. I suoi legami di parentela hanno permesso a Jeanne Modigliani di poter studiare, per la prima volta, documenti familiari assolutamente inediti: lettere, diari e perfino opere fin qui sconosciute di Modigliani. Fra le principali fonti della sua testimonianza si trovano una storia di famiglia e un diario personale, tenuto da Eugenia Garsin Modigliani, madre di Amedeo. Fondando le sue conclusioni su questi documenti, che gettano nuova luce sulla realtà di una vita trasfiguratasi in mito, Jeanne Modigliani confuta vigorosamente le valutazioni tradizionali delle influenze fisiche, emotive ed artistiche sulla breve quanto intensa esperienza del grande pittore. Pure ammettendo gli indiscutibili eccessi di quella esperienza, si criticano in queste pagine le precedenti teorie intorno agli stretti rapporti fra alcool e stupefacenti, da una parte, e il genio dell’artista, dall’altra. Viene offerta così al lettore una visione nuova, imprevedibile, della vita familiare di Modigliani, delle influenze italiane sul suo lavoro, dei suoi rapporti con gli amici, dell’amore per Jeanne Hébuterne, madre dell’Autrice, che si suicidò, gettandosi dal quinto piano, mentre era imminentissima per lei una seconda maternità, il giorno dopo la tragica morte, in ospedale, di Modigliani a 36 anni.