cm. 19,5 x 12,5, pp. 420, brossura, in ottime condizioni.
Sono raccolti in questo volume i saggi storicamente e teoreticamente più significativi di Rodolfo Mondolfo, uno dei maggiori studiosi e interpreti italiani dell’opera di Marx. Il volume si apre con un breve scritto del 1908. La fine del marxismo?, e si chiude con uno scritto del 1966, il cui titolo, Chiarimenti sulla filosofia della prassi si potrebbe ripetere per gran parte dei saggi qui pubblicati, che costituiscono infatti una continua. coerente e incalzante dismissione sull’interpretazione del marxismo, già delineata nel secondo saggio, Feuerbach e Marx del 1909. L’interpretazione mondolfiana di Marx si presenta come una ricostruzione (non una correzione) del marxismo in quanto filosofia, e si svolge sotto l’insegna della «restaurazione» del «vero» marxismo, più incisivamente. di un vero e proprio «ritorno a Marx». La tesi fondamentale è la seguente: il «vero» marxismo non è materialismo ma umanesimo. Centrale e nel Mondolfo il concetto di «rovesciamento della prassi». vero motivo conduttore di tutta l’analisi. La filosofia di Marx e una concezione critico-pratica della storia. non soltanto critica e non soltanto pratica, umanesimo realistico, storicismo integrale, l’interpretazione mondolfiana della filosofia della prassi si sviluppò tra due momenti cruciali del movimento operaio: la nascita e l’apparente trionfo del revisionismo e la rivoluzione bolscevica russa. Di fronte al riformismo la posizione del Mondolfo si avvicina a quella del Labriola; nel periodo della rivoluzione in atto. confluisce con quella di Turati. Mondolfo fu portato cioè ad accentuare di fronte al revisionismo il momento antideterministico, l’elemento soggettivo; di fronte alla rivoluzione che aveva bruciato le tappe, il momento antivolontaristico, l’elemento oggettivo, Mondolfo parlerà del marxismo come «bussola del movimento proletario», fissando quelli che egli considera i tre concetti cardinali del marxismo: la filosofia della prassi come concezione volontaristica e critico-pratica della storia; la società attuale come teatro dell’antagonismo di classe; lo spontaneo destarsi della coscienza di classe del proletariato dal disumanamento di una società dominata dalla merce.