cm. 19,5 x 11,5, pp. 448, brossura, nomi a penna alla sguardia, in condizioni molto buone.
Cinque racconti autobiografici, scritti o orali, ma tutti autentici: a parlare sono, finalmente, i dimenticati di sempre: vagabondi, ex carcerati, ladri, prostitute, gli esponenti del piccolo mondo degli sradicati della «leggera», gli emarginati dai cento incerti mestieri e dall’esistenza precaria. Le loro testimonianze, cosi intense e drammatiche, costituiscono un documento unico, una lettura travolgente, che al tempo stesso offre indicazioni preziose al sociologo, come dimostra nella sua prefazione Danilo Montaldi, pioniere solitario di questo tipo di ricerca. Rivivono in queste pagine il passato leggendario del Po e delle antiche città sul fiume; il mondo delle prigioni, con le sue diverse relazioni interne tra gli uomini del Sud e del Nord, tra «politici» e «comuni»; il senso della vastità visionaria della notte, della strada, della natura; le difficili esperienze di vita e di lavoro; le riflessioni, i gerghi di queste personalità solitarie, le loro infinite avventure in margine alla società.