cm. 21 x 15,5, pp. 90, brossura con sovraccoperta, in ottime condizioni.
La stampa giuliano-dalmata dell’esilio, assai fertile di iniziative e di Testate, ma poco conosciuta al di fuori del movimento adriatico, ha guardato più spesso alle tragedie storiche che non ai programmi per il futuro, per ragioni ben comprensibili. Non sono mancate, peraltro, eccezioni significative, come “La Vedetta d’Italia” del 1951, il primo periodico fiumano dell’esilio, che volle ricollegarsi, anche sul piano semantico, alle grandi tradizioni dannunziane e italiane del massimo quotidiano liburnico, con un impegno ed una lucidità tanto più degni di considerazione, se si tiene conto delle difficoltà del momento. “La Vedetta” fu una fucina di irredentismo, e costituì un paradigma di utile riferimento per altri periodici dell’intransigenza giuliano-dalmata, che più tardi ne avrebbero seguito l’esempio. Anche per questo, il Comitato di Firenze dell’ANVGD ha voluto riproporre all’attenzione comune la funzione storica del piccolo giornale fiumano, che ebbe breve vita ma grande fede, e con essa, il merito dei patrioti che seppero sfidare le dure pregiudiziali dell’epoca, e far sentire, memore ed accusatrice, la voce dell’irredentismo e del suo impegno contro un assetto antistorico e privo di qualsiasi fondamento politico e morale.