cm. 21,5 x 13,5, pp. 458, brossura, in condizioni molto buone.
L’interesse per l’antropologia e per l’etnologia ha conosciuto nell’ultimo decennio un fervore di studi di tale portata che ha costretto non solo a una piena rivalutazione di queste scienze, ma anche alla loro utilizzazione interdisciplinare con molteplici altre scienze: basti pensare alla psicologia e alla linguistica. Di qui l’esigenza di approfondire il discorso, di risalire alle origini reali della «science de l’homme». In questo suo nuovo ed originale lavoro, Sergio Moravia trae alla luce una linea di ricerche e di dibattiti che vede tutta una schiera di filosofi e di psicologi, fisiologi e naturalisti, viaggiatori e anthropologistes impegnata nello sforzo di delineare i confini di una «scienza dell’uomo» specificamente intesa. Vengono così lucidamente individuati taluni nodi problematici intorno ai quali è maturato, a partire dalla seconda metà del secolo, un discorso ‘nuovo’, naturalistico e sperimentale, sull’uomo e lo studio dell’uomo, riproponendo all’attenzione figure e questioni (da Cabanis a Degérando, dalla scienza dei «rapporti tra il fisico e il morale dell’uomo» allo studio ‘positivo’ e sistematico dei selvaggi) tanto importanti quanto trascurate.