cm. 23,5 x 15,5, pp. 238, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
In un’epoca segnata dalla discordia e dal declino del ducato sabaudo nel 1553, alla morte di Carlo il Buono, Emanuele Filiberto di Savoia si trova di fronte a una situazione disastrosa. Politicamente insignificante, il ducato è occupato dalle grandi potenze spagnola e francese, le cui truppe devastano le terre indifese e oppresse dalla miseria. Inoltre, il ducato è gravemente indebitato e schiacciato da ipoteche, rischiando di essere cancellato dallo scacchiere europeo, nonostante la sua posizione geografica che potrebbe aspirare a un ruolo chiave.
Tuttavia, Emanuele Filiberto di Savoia dimostra grande astuzia manovrando tra le sue importanti alleanze familiari. Si destreggia abilmente tra lo zio Carlo V e il cugino Francesco I, ottenendo il sostegno imperiale e raggiungendo i più alti gradi nella carriera militare. La sua vittoria a San Quintino gli conferisce gloria e l’onore di sposare la figlia del re di Francia. Con un carico di ricchezze e onori, fa ritorno nel ducato per avviare il processo di ricostruzione, trasformandolo in uno stato moderno.
Moriondo, in un libro ormai difficile da reperire, ricostruisce la figura straordinaria di Emanuele Filiberto di Savoia e l’epoca ricca di splendori e orrori, grandezze e miserie. L’autore fonde la profondità dello storico con lo stile brillante del giornalista, creando un ritratto storico vivido e coinvolgente che ci permette di immergerci nelle vicende di quest’epoca affascinante.