cm. 21,5 x 13,5, pp. 252, brossura, sottolineatura a matita, in buone condizioni.
Il saggio di Michio Morishima, uno dei massimi economisti viventi, presenta più di un motivo di interesse e originalità. Da un lato, la cultura occidentale, che ha a lungo dimenticato l’Asia, è sempre più interessata a riscoprire le civiltà orientali e si volge a quegli studiosi che, per essere a un tempo figli dell’Asia e affiliati all’Occidente, sanno meglio presentare il messaggio orientale al lettore occidentale.
Dall’altro, l’insoddisfazione di un economista «puro per i suoi modelli astratti trova sfogo nella sociologia e nella storia che vengono scoperte nella loro dimensione di discipline del reale. Cosi, seguendo il grande esempio di Max Weber, Morishima legge e interpreta il successo dell’economia giapponese alla luce di alcuni tratti culturali specifici di quel popolo e che costituiscono l’esito di un originale connubio tra un ethos fortemente nazionalistico e idee religiose, sociali e tecnologiche importate da altri paesi.