cm. 22,5 x 15,5, pp. 940, copertina rigida con sovraccoperta, in buone condizioni.
Il conflitto in Medio Oriente non è cominciato nel 1948 con la proclamazione dello Stato d’Israele, ma risale agli ultimi decenni dell’Ottocento, quando nacque il movimento sionista fondato da Theodor Herzl. Eppure, di questo rovinoso confronto si è quasi sempre parlato nella prospettiva dell’attualità, senza cercare di approfondirne le ragioni secolari. A colmare il vuoto giunge oggi questo libro definitivo, scritto dal capostipite della scuola dei “nuovi storici” israeliani, intenta da anni a riscrivere la storia del paese al di là di ogni mito patriottico.
Con uno sforzo di oggettività, Benny Morris ricostruisce le fasi del conflitto, ne analizza i presupposti ideologici, dà conto delle profonde differenze religiose, etniche e culturali fra gli immigrati ebrei e le popolazioni arabe che da decenni convivono in Palestina. La sua è una storia diplomatica, con importanti intuizioni sugli assetti della Guerra fredda, quando il Medio Oriente divenne terreno di scontro locale fra i due blocchi. Lucida analisi dei riflessi che il conflitto ha avuto e ha sull’opinione pubblica della giovane democrazia israeliana. È anche una storia militare di primissimo livello quando studia e ricostruisce le guerre scoppiate a più riprese e le tensioni dell’Intifada. Ed è soprattutto una storia di uomini, dove giganteggiano personaggi della statura di Haji Amin al-Husayni, David Ben-Gurion, Anwar Sadat, Menachem Begin. Attraverso queste pagine, basate sulla scrupolosa ricognizione di un ventaglio amplissimo di fonti, la volontà di far parlare i fatti: il risultato è un’esemplare ed equilibrata ricostruzione storiografica, una lettura avvincente a cui potrà attingere con fiducia chiunque desideri conoscere la storia di ieri e capire quella di oggi.