cm. 25 x 17,5, pp. 832, copertina rigida con sovraccoperta, in condizioni molto buone.
Nicola Moscardelli (1894 – 1943) è stato un poeta, prosatore, saggista e autore teatrale, spesso sottovalutato e poco conosciuto. Dopo gli studi liceali a L’Aquila, si trasferì a Firenze, dove ebbe un ruolo attivo nel gruppo di “Lacerba” e si ispirò a movimenti come il crepuscolarismo e il futurismo, come dimostrato dalle sue significative raccolte poetiche “Abbeveratoio” del 1915 e “Tatuaggi” del 1916.
Durante gli anni della guerra, Moscardelli ebbe un momento di grande apertura a nuovi orizzonti, soprattutto attraverso la pubblicazione della rivista sperimentale di poesia “Le Pagine” (1916-1917), in cui lui e altri giovani audaci entrarono in contatto con i principali esponenti dell’avanguardia europea, diventando i primi in Italia a ospitare gli interventi dei dadaisti.
Negli anni Venti, stabilitosi definitivamente a Roma, il poeta manifestò la volontà di instaurare relazioni intellettuali e professionali per costruire l’immagine di un intellettuale poliedrico, impegnato nell’esplorazione della dimensione teleologica e nell’opera volta a una crescita morale e spirituale.
Attraverso le sue raccolte successive, Moscardelli si distanziò sempre più dalle correnti artistiche contemporanee, immergendosi nelle profondità della filosofia e dell’esoterismo, per abbracciare un misticismo totale, un ritrovato umanesimo e una religiosità laica, con radici nel cristianesimo dottrinale.