cm. 18 x 11,5, pp. 160, copertina rigida, sovraccoperta mancante, firma di possesso occultata da segno al pennarello, per il resto in ottime condizioni.
La perdita di Creta, avvenuta nel maggio del 1941 dopo una battaglia di appena qualche giorno, parve un disastro di portata capi tale agli occhi del popolo britannico che aveva dovuto sopportare un rovescio dopo l’altro, confortato soltanto dai decisivi successi di Cunningham a Taranto e a Matapan e dalle determinanti spazzate di Wavell da un capo all’altro della Cirenaica.
La battaglia per il possesso di Creta resterà materia di discussione fintantoché gli studi storici manterranno il loro fascino per il genere umano. La posta in gioco era esigua; l’attacco, quando si verificò, era atteso da settimane e venne effettuato esclusiva mente dal cielo; la determinazione britannica di restare a Creta nonostante la mancanza di potere aereo era fuor di dubbio. Con tutto ciò, l’esito fu definitivo in meno di dodici giorni di combattimenti senza tregua da ambo le parti. Anche le perdite, in cielo, in terra, in mare, furono enormi.