cm. 31,5 x 21,5, pp. 698, copertina rigida con sovraccoperta e cofanetto, in ottime condizioni.
Questo splendido volume, che la munificenza della Banca Mutua Popolare di Verona offre ai cittadini veronesi, agl’innamorati di Verona (che, nel mondo formerebbero una anche più numerosa Cittadinanza), agli studiosi di musica d’ogni paese, è opportunamente diviso in due parti. La prima parte, dovuta a due valenti musicologi, Enrico Paganuzzi e Carlo Bologna, illustra compiutamente l’importanza e la posizione di Verona nella storia della musica «europea», o, più esattamente, romanzo-germanica: cultura cittadina, di tradizione scritta, di scuola, di chiesa, di teatro, di pubbliche strutture. La seconda parte a cui hanno collaborato Giorgio Maria Cambié e Marcello Conati tratta invece dell’«altra» musica: quella in cui le parole hanno il maggior peso, nascano esse spontaneamente dal sentimento collettivo o siano abilmente suggerite da propagande interessate; quella che si vale di tessiture propriamente musicali talvolta arcaiche, sempre assai semplici; quella che si chiama popolare, o, meglio, del popolo, dando a questa parola un senso o generico, o, appunto, «populistica», nelle sue varie accezioni. In mezzo alle due parti un eccellente monografia, di Luciano Rognini, è dedicata a una particolare categoria d’artigiani artisti, gli organari: che sono, tra i lavoratori (come oggi si dice), quelli che propriamente «amano» il loro lavoro: e ciò li colloca fuori dall’«altra musica» e dentro, di pieno diritto, nella storia della musica senza determinazioni.