cm. 21 x 15,5, pp. 222, brossura, ingiallimento del dorso, in buone condizioni.
L’immagine romantica del giornalista si riassume nel motto andare, vedere, raccontare: lo stereotipo insiste sull’idea del testimone privilegiato, dello storico del presente» che armato del suo taccuino affida alla forza delle parole il senso del proprio lavoro. Chi potrebbe negare, in effetti, il fascino di una professione così connaturata allo spirito dell’oggi? Raccontare quotidianamente il mondo, rivelarne a milioni di lettori gli accadimenti, sembra davvero il mestiere più bello. E chi, d’altra parte, potrebbe oggi sottovalutare la straordinaria concentrazione di potere che si condensa dentro la macchina delle notizie? «La notizia è quella che i giornalisti vogliono che sia», dicono gli americani, titolari del sistema d’informazione più libero e insieme più controllato, più trasparente e insieme più soggetto alle pressioni della corruzione. Tra queste due polarità, quella del fedele testimone della verità, e quella del diabolico manipolatore di opinioni, si pone la realtà di una professione difficile, che conosce, ma non sempre dichiara, un insieme complesso di tecniche e di regole. Quando in un giornale si sceglie una notizia, si decide un articolo, si fa un titolo, si costruisce uno scoop, ogni volta si fa riferimento implicito a quelle tecniche e a quelle regole.
Ma il giornalismo contemporaneo è ben altro che sola carta stampata. In questa nuova edizione del suo fortunato manuale, Alberto Papuzzi estende la propria indagine all’universo televisivo, ricostruendo così l’intera mappa del giornalismo italiano, con i suoi segreti, le sue concentra zioni e strategie di mercato, con i suoi modelli e i suoi miti.