cm. 18 x 11, pp. 228, brossura, in buone condizioni.
Pasolini, sicuramente uno dei protagonisti del nostro tempo, ha scelto dai suoi diversi libri le poesie qui riunite, per cercare «un lettore nuovo»: lo confessa, con candore e malizia insieme, nelle pagine di una premessa che è tra le prose più spietate e autodissacratorie di quel diarista che si è sempre celato in lui (da «Ragazzi di vita» al «Sogno di una cosa»). Esponendo le sue piaghe e i suoi entusiasmi, questo poeta non cerca dunque il bilancio di tanti anni, ma vuole ricominciare da capo, con l’umiltà e l’ostinazione dei primi tempi, di quando era disoccupato e disperato a Rebibbia, sul margine lebbroso di Roma. È significativo che la raccolta abbia inizio con «Le ceneri di Gramsci», e fine con «Vittoria»: la prima poesia, legata a una passione ideologica, che attirò contro Pasolini molteplici e interessati equivoci; l’ultima, che insieme accetta e respinge l’ideologia: la lotta politica deve continuare – come Pasolini ribadisce nella premessa – ma non in quanto divenga astratto ascetismo o alibi moralistico. Il lettore nuovo cercato da Pasolini è quello che sia disposto a vedere in lui soltanto un uomo e ad accompagnarlo lungo le tappe di questa vicenda vitale. Senza mai perderne di vista l’idea di base, che le conquiste dell’intelligenza e i frutti della poesia vanno pagati, quotidianamente, con una crudele e quasi biologica dedizione