cm. 21 x 14,5, pp. 210, brossura, in ottime condizioni.
Chi di noi non si è posto almeno una volta la domanda: che senso ha la storia? Se la riflessione sulla storia, poi, sonda il senso dell’agire e del patire degli uomini nel tempo, la domanda si trasforma da quella dello storico classico “come si è giunti a ciò?” in quella dello storico moderno “come si andrà a finire?”. Quando, allora, la questione del senso della storia fa capolino nella nostra esistenza, noi pensiamo meno al passato e più al futuro, come alla “nostra storia. E da qui nasce la filosofia della storia.
Il nostro “pensare al domani” è condizionato in partenza dal pensiero ebraico e cristiano, come mise in luce Karl Löwith influenzato dal teologo Oscar Cullmann e dalla sua convinzione che la storia è il venire-incontro all’uomo della salvezza. Löwith non ha pensato alla storia occidentale come escatologia cristiana secolarizzata, bensì come permanente apocalittica. Oggi la scelta tra Löwith e Blumenberg è fatale per la comprensione della postmodernità: implica l’eventualità che la secolarizzazione in Europa sia appena soltanto iniziata, senza che per questo la storia sia alla sua fine, essendoci sempre un “oltre” da immaginare come possibilità più definitiva.