cm. 24 x 17,5, pp. 254, copertina rigida con sovraccoperta, tracce d’uso, in buone condizioni complessive.
L’Italia è ormai l’unico Paese in cui si provi la felicità di vivere e che ci faccia credere a questa felicità, anche quando essa non ci crede.
Nessun altro popolo ha ereditato tante civiltà. La posizione geografica, il clima, la razza lo fanno, fin dai suoi albori, innamorato e artista. È volubile perché facile all’entusiasmo, enfatico perché ha desiderio di gloria, calcolatore perché ricco d’immaginazione; ma è altrettanto capace di generosità, di semplicità, di fedeltà. Il suo sorridere è espressione di coraggio, il suo rassegnarsi è espressione della sua eterna giovinezza. La fortuna di questo popolo, che è il più antico dell’Europa, è di essere rimasto anche il più giovane.
Di quel mosaico di regioni che lo compongono e che è stato costruito a pezzo a pezzo dai re dai dogi e dai papi, quelle di Napoli e della Sicilia mi sembrano la parte eletta. Non deve destare sorpresa che i Greci abbiano, un tempo, colonizzato proprio quei lidi, perché è in essi che le seduzioni della Grecia si aggiungono a quelle dell’Italia. Là, più che altrove, si ritrova il commovente contrasto tra ciò che è magnificenza e ciò che è miseria, tra l’antico e il moderno, tra il cristiano e il pagano. Là, più che altrove, tutto è ancora da scoprire: le campagne e le città, la storia e la leggenda, gli uomini e gli dèi.