Pier Paolo Pasolini – DESCRIZIONI DI DESCRIZIONI – Einaudi 1979

cm. 19,5 x 11,5, pp. 482, brossura, in ottime condizioni.

Dai 26 novembre 1972 al 24 gennaio 1975 Pasolini ha tenuto per il settimanale «Tempo» una rubrica di critica letteraria. Si tratta di scritti d’occasione, ma non nel senso deteriore del termine; anzi, proprio in questi «ritorni indietro» che non si preoccupano dell’attualità, in questo raggrupparsi di due o tre testi eterogenei, legati insieme da una sotterranea coerenza di disegno, traluce la passione del lettore disinteressato e si può misurare ad ogni passo l’indifferenza alle leggi di mercato e agli obblighi del recensore-amico. «Questo del “divertimento” è il primo “dato” che trovo voltandomi indietro e ripensando al mio lavoro. Il secondo “dato” è altrettanto piacevole. In circa tre anni “mai nessuno” ha cercato di esercitare su me qualche pressione perché io scrivessi di un libro anziché di un altro… C’è ancora un terzo “dato”: questo né piacevole né spiacevole, né positivo né negativo, ma semplicemente problematico e si può riassumere in una domanda: che cos’è e com’è fatta la critica? Naturalmente questo è un problema molto vecchio, benché neanche lontanamente risolto. Tuttavia pensavo che facendo personalmente io della critica e per tanto tempo questo “mistero” mi si sarebbe almeno un po’ e almeno pragmaticamente chiarito. Invece no… Ho fatto delle “descrizioni Ecco tutto quello che so della mia critica in quanto critica. E “descrizioni” di che cosa? Di altre “descrizioni”, ché altro i libri non sono». Un dialogo appassionato e intermittente con il lettore, quasi un diario sentimentale e critico, sino ai giorni del «Salò-Sade la cui gestazione impone una pausa. Dalla geniale nota in morte di Gadda al discorso su Céline e l’ideologia; da «Maurice» di Forster e il rapporto tra omosessualità e letteratura a ritratti emblematici di personaggi, come Mandel’štam, «reso eternamente bambino e impotente, in un mondo comunista»; ma poi anche recensioni a libri di saggistica, risposte a questionari, divagazioni sul tema. Un libro quant’altri mai seducente, che lascia intravvedere l’intelligenza al lavoro, ed anche – paradossalmente – un libro sul metodo, perché è in questa sorta di officina del pensiero che vediamo formarsi e lievitare quelle che sarebbero poi diventate le idee-forza del Pasolini «corsaro».