cm. 22,5 x 14,5, pp. 272, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
«In Europa» scriveva Dostoevskij «non amano i russi… Essi vedono in noi piuttosto dei barbari, che vagano per l’Europa e sono felici se c’è qualcosa da distruggere in qualche luogo…» Da secoli gli occidentali guardano alla Russia come a un pianeta misterioso, tentando di sciogliere l’enigma delle sue contraddizioni. Brutalità e dolcezza, orgoglio ed umiltà, passività e ribellione si alternano e si compongono in figure controverse, spesso egualmente grandi per ferocia e per tensione ideale: zar fragili e conservatori succedono a riformatori temerari e violenti, rivoluzionari utopisti perseguono crudeli repressioni, contadini da sempre umiliati scelgono la via della ribellione e dell’avventura. Raccontare i russi significa esplorare queste contraddizioni, questo essere a un tempo Oriente ed Occidente, straordinariamente ricchi e immensamente poveri, profondamente religiosi e insieme innamorati dei rituali. Alfredo Pieroni ci narra storie vere e inverosimili di sovrani che dialogano con i terroristi, di ribelli che giurano fedeltà allo zar, di schiavi che hanno paura della libertà, di rivoluzioni popolari fatte da un’élite, di processi in cui gli imputati si accusano invece di discolparsi, di trecento etnie diverse divise tra spinte autonomiste ed istanze nazionaliste. L’anima russa è tutto questo: Asia ed Europa, volontà di cambiamento e necessità di conservazione. Da Pietro il Grande a Lenin, dai massacri di Ivan il terribile alle purghe staliniane, Pieroni sfoglia l’album della millenaria storia russa le cui immagini, a dispetto del tempo, rivelano inaspettate, significative affinità. «La nostra misera e disordinata terra» diceva Dostoevskij «è tutta come un uomo solo».