cm. 18 x 11, pp. 218, brossura, in buone condizioni.
Uscito a Berlino nel ’22, a Mosca nel 23, L’anno nudo racconta la vita di una sonnolenta cittadina russa di provincia nel momento in cui viene sconvolta dalla bufera rivoluzionaria. Il primo treno che si ferma nella città porta i bolscevichi e getta lo scompiglio nella sparuta schiera di nobili decaduti, mercanti, piccoli borghesi ottusi e indifferenti, buttando all’aria lunghe abitudini, ostinati privilegi, soprusi perpetrati da secoli. Sentita con la radicalità di un cataclisma naturale, la rivoluzione d’ottobre è descritta da Pilniak mediante procedimenti narrativi (come il frequente ricorso ai montaggi di brani eterogenei) non dissimili da quelli teorizzati in quegli anni dai formalisti. Boris Pilniak, pseudonimo di Boris Andreevič Wogau, nato nella provincia di Mosca nel 1894, divenne famoso con L’anno nudo, cui seguirono altri romanzi e racconti, fra cui Madre Matrigna, Storia della luna che non fu spenta. Considerato dapprima come uno degli scrittori più vivi e vitali della rivoluzione, divenne sospetto al regime stalinista nonostante tentasse, con scarsi risultati anche sul piano letterario, di aderire all’impegno dogmaticamente imposto con Il Volga si getta nel Mar Caspio (1930). Dal 1937 non si hanno più notizie di lui; pare che, arrestato come spia dei giapponesi, sia morto in un campo di concentramento.