cm. 22 x 14, pp. 256, brossura, in ottime condizioni.
Dopo ampie e fruttuose indagini sul fascismo e la Resistenza la storiografia italiana comincia a volgere la sua attenzione al periodo del dopo- guerra. E gli anni che vanno dal 1945 al 1948 – con la formazione dei primi governi di coalizione antifascista, la nascita della Repubblica e l’affermazione del predominio democristiano – danno inizio e costituiscono il fondamento della vita italiana d’oggi, carica di contraddizioni fra strutture e società e di problemi irrisolti. L’opera del Piscitelli abbraccia quel breve arco di tempo e mira all’approfondimento di quelle vicende. Essa si compone di due parti. Nella prima, Il governo Parri, si segue passo passo la lunga e stentata composizione del Ministero sorto dopo la fine della guerra in Italia e si attribuisce a questo vizio d’origine la causa prima della sua fragile e poco durevole esistenza. Il governo Parri, quindi, esercita una limitata attività in materia di politica interna, che pure suscita contrasti all’interno e all’esterno della compagine ministeriale. Inoltre, il suo tentativo, appena abbozzato, di imprimere al paese una svolta economica e sociale ne accelera la caduta e segna la fine delle speranze e delle attese della Resistenza. Nella seconda parte del volume, I governi De Gasperi (1946-1948), si pongono in risalto i punti essenziali della vita politica italiana di allora. La dura lotta per il referendum istituzionale del 2 giugno con la vittoria di stretta misura della Repubblica, il successo di De Gasperi, il rientro della ribellione partigiana dell’estate del ’46, la grave condizione dei lavoratori sottoposti al salasso dell’inflazione galoppante, il rinvio delle riforme di struttura alla Costituente, la cacciata dei socialcomunisti dal governo nel maggio del ’47 e le elezioni del 18 aprile 1948, con l’aumento dell’influenza americana in Italia, sono altrettante tappe di un processo in cui la situazione politica generale è andata progressivamente spostandosi a destra. Una precisa analisi della restaurazione economico-finanziaria, che ha per tema centrale il mancato cambio della moneta e la trasformazione dell’imposta straordinaria patrimoniale in un aggravio del normale tributo sul reddito, conclude il lavoro.